Parte dei problemi relativi alla crescita e all'apprendimento dei bambini e dei ragazzi con disabilità deriva dalla chiave comunicativa attraverso cui educatori e insegnanti definiscono il contesto e si rapportano alle persone con cui lavorano. Partendo dall'uso ormai comune del termine "disabile" invece di "persona con disabilità" che lega, inscindibilmente, l'identità di una persona alla disabilità che è parte della sua vita e non l'intera vita stessa. Dovremmo quindi domandarci un bambino o un ragazzo esposto costantemente a questo tipo di comunicazione quali convinzioni potrebbe mai sviluppare riguardo al suo posto nel mondo e alla sua vita.
Queste riflessioni sono alla base di un albo illustrato del 2018, "Clip e il limite" di Federico Valerio, illustrato da Riccardo Russo ed edito da il brucofarfalla che, con un'operazione narrativa fuori dagli schemi classici (tipica degli albi illustrati) racconta dell'importanza per i bambini di giocare con I limiti per apprendere la loro funzione, utilità e come, eventualmente, superarli quando sono un impedimento. L'escamotage narrativo che caratterizza l'albo è che il limite è raffigurato come un oggetto fisico separato dal personaggio, Clip, rendendo impossibile qualsiasi identificazione tra l'uno e l'altro: il concetto di "disabile" che condanna un'intera vita ad una condizione, viene definitivamente sostituito dalla persona che, come tutti, deve affrontare dei limiti.
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