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DIARIO DI UN'ASSISTENTE SOCIALE DIVERGENTE - consigli per le letture estive -

CONSIGLI PER LE LETTURE ESTIVE.

Non esiste un libro come questo. Non abbiamo mai letto, o sentito parlare, di un libro scritto da una assistente sociale che parlasse del suo lavoro quotidiano, dal di dentro. Forse per questo “Anonima su Ferite” ci ha così colpiti, ma questo tratto innovativo nell’argomento non sarebbe deflagrato come ha fatto, se non fosse stato per il linguaggio -totalmente inedito- che utilizza. Già, perché il diario della anonima Penelope Ics (un qualcosadi ironicamente calviniano in questo cognome) utilizza una lingua ben lontana da quella non solo dei polverosi manuali di servizio sociale -praticamente unico genere di pubblicazioni esistente su questo argomento- ma anche di opere ben più vicine ad “Anonima su Ferite” nel loro essere in soggettiva, personali, come “A colloquio” di Massimo Cirri, che pure potrebbe aver ispirato Penelope Ics. In un alternarsi di commenti taglienti, sarcasmo e descrizioni decisamente prive di peli sulla lingua, l’anonima autrice ci porta all’interno degli uffici del servizio sociale di un ente pubblico -opportunamente utilizzando nomi di fantasia per tutti i soggetti menzionati. Ma “Anonima su Ferite” è ancora altro. Non solo ci svela e rivela il lavoro e le dinamiche, a tratti semplicemente tossiche, che si svolgono tra gli operatori del Servizio e non solo ci racconta le storie dei tanti “utenti”, troppo spesso disumanizzati da chi per loro e con loro dovrebbe lavorare, restituendo loro dignità: l’altra, clamorosa, faccia di questo racconto -che si fa da sarcastico, ironico, a emotivo e commovente- è la fragilità dell’operatore stesso, che si espone come persona con le sue paure, le sue angosce, i suoi dubbi, le sue pochezze. Il diario di Penelope Ics si legge d’un fiato: non sappiamo chi ci sia dietro lo pseudonimo, ma abbiamo la sensazione che questa opera farà parlare di sé. Consigliatissimo per chi desideri avere una visuale autentica, terribilmente umana, dei -famigerati -servizi sociali, ma anche per i cultori dei racconti arguti, e, non ultimo, per chi ama le storie delle persone e commuoversi guardando in faccia una realtà non sempre edificante.


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